Entrare nella sala del National Theatre è come fare un viaggio indietro nel tempo, in un'epoca in cui i sogni e le lotte di uomini come Aneurin Bevan plasmarono un futuro migliore. Michael Sheen, con la sua presenza magnetica, riporta in vita Bevan attraverso un ritratto surreale e intriso di umanità.

Lo spettacolo si apre con un'immagine potentemente simbolica: un'enorme radioscopia che proietta ombre sul sipario verde ospedaliero, iniziando così un racconto che è al tempo stesso intimo e universale. L'azione si svolge nel luglio 1960, un periodo di incertezza politica e personale, dove vediamo Bevan lottare tra le mura domestiche, sorretto dall'affetto devoto della moglie Jennie e dal suo amico d'infanzia, Archie.

La narrazione si snoda tra ricordi onirici e frammenti di memoria che rievocano episodi salienti: dalla sua infanzia combattiva alle sfide controcorrente come politico, fino alla sua campagna rivoluzionaria per la creazione del NHS. Le coreografie, delicate come piume, e il continuo cambiamento di scenografia alimentano una sensazione di sogno ad occhi aperti.

Il genio registico si manifesta nell'abilità di trasporre sul palco non solo la storia di un uomo, ma anche l’anima di un’epoca. È un viaggio nei meandri di una mente geniale, con Sheen che veste i panni del protagonista con una intensità che commuove e ispira. Anche le interpretazioni di supporto, specialmente quella di Sharon come Jennie, aggiungono profondità emotiva al racconto.

"Nye" non è solo uno spettacolo teatrale: è un’esperienza che ci ricorda il potere della passione e dell’impegno civile, e quanto un singolo individuo possa rappresentare un cambiamento duraturo. Se dovete scegliere un'opera per il prossimo anno, fate che sia questa. È una serata che porterete nel cuore per molto tempo.